Dr. Sanaa Chami
Io e tutti i membri della delegazione siamo rimasti molto colpiti dalla nostra visita all'Ospedale Italiano di Damasco.
L'ospedale è pulito e organizzato nonostante la dura realtà. Suora Carolin Tahhan Fachakh ci ha accolto con un viso allegro e un sorriso rassicurante dicendo che il bene è più forte della distruzione e che la vita non può essere usurpata dagli oppressori. Suora Caroline ha iniziato il suo discorso sul trattamento ospedaliero di tutte le classi sociali senza distinzione tra religione, poveri o ricchi, ma ha piuttosto sottolineato che i poveri hanno la priorità. Ha parlato della mancanza di materiali prioritari e della necessità dell'ospedale di attrezzature, medicinali, bende, sterilizzatori, respiratori…ecc e un po' di soldi per la continuità della gestione dell'ospedale. In qualità di responsabile della cooperazione economico-culturale internazionale dell’associazione Al-Bunduqyya-Assadakah Italo Araba, farò tutto quanto in mio potere e possibilità per dare una mano all'Ospedale Italiano di Damasco, perché non è solo un centro per la cura dei malati e dei corpi dilaniati dalla guerra, ma anche cura l'anima perché tratta con amore i suoi pazienti. Faccio appello a tutte le istituzioni ufficiali e civili, anche ai individui, affinché collaborino con me per sostenere l'ospedale italiano di Damasco al fine di continuare il suo lavoro morale, che è il trattamento di tutti i segmenti della società che la guerra ha impedito e continua ad oggi impedire dal trovare medicine o denaro per curarsi. Gli aiuti non sono necessariamente solo denaro, possono essere rappresentati da strumenti e attrezzature mediche, medicinali generici, sterilizzatori e tutto ciò che riguarda la medicina. L'Ospedale Italiano di Damasco non è solo un ospedale, ma un'arena umana in cui tutti possiamo essere presenti, ciascuno secondo le proprie circostanze e capacità. L'umanità continua a vivere, anche grazie alla donazione del poco di ciascuno di noi.