Dr Sanaa Chami
Diversi giornali siriani hanno pubblicato la notizia della conferenza tra la Fondazione la fonte della vita, e l'Unione Generale degli Scrittori e Giornalisti Palestinesi, tenutasi a Damasco lunedì 23 settembre 2024, presso la sede dell'Unione Generale degli Scrittori e Giornalisti Palestinesi, dal titolo. : "
La Palestina è una coscienza lacerata".
È stato un simposio di successo, e il suo successo risiede nella sua diversa presentazione. Per la questione palestinese, è intervenuta anche la Dott.ssa Sanaa Chami, la quale, ha letto la Sura del Corano Al-Fatiha e, alla fine della lettura, ha detto: "Ho chiesto al pubblico di recitare Al-Fatiha in modo che ci possiamo chiedere insieme, se siamo tra coloro che non hanno fatto arrabbiare il Padre Eterno o invece tra coloro si sono perduti?”
Chami ha parlato della necessità di autocritica e di non ignorare il fallimento storico dei diversi governi arabi, che hanno affrontato la questione in modo flessibile, mentre le soluzioni si possono cercare solo andando alla radice del problema. Secondo la dott.ssa Chami è quindi necessario chiamare le cose col loro nome; serve analizzare il percorso storico coloniale ed i suoi semi, che con malizia sono stati posti e fatti crescere tra noi. Pertanto, non è possibile parlare della questione palestinese, senza parlare delle questioni dell’intera regione araba, a partire dall’Iraq , Siria, Libano, e passando per il Sudan, il Darfur, continuando poi al di fuori di essa con l'Eritrea, l'Etiopia e l'Uganda...
Infatti, tutte queste questioni sono l'humus storico e il fondamento che hanno permesso che un' entità sionista fosse piantata in Palestina, allo scopo di frammentare l'intera regione. Testimonianza di ciò si trova in un documento di Campbell Bannerman del 1905. La base ideologica a giustificazione di ciò risale già alla conferenza di Berlino, con la quale le potenze europee si accordavano per spartirsi il resto del mondo, sulla base di un concetto positivista e razzista che considerava i popoli europei gli unici popoli civili e portatori di una propria storia. In base a tale concetto, gli altri popoli, compresi noi arabi ed i musulmani in generale, eravamo al pare degli africani o degli indiani o degli aborigeni australiani, delle razze inferiori, non portatrici di storia né di civiltà. Pertanto noi potevamo essere invasi e colonizzati dalle" potenze civilizzatrici europee" perché, al pari degli animali che vivono in un territorio, semplicemente non esistevamo nelle pagine della storia. Pertanto il motto sionista riferito alla Palestrina " un popolo senza terra per una terra senza popolo" si spiegava così agli occhi della cultura europea di allora.
Ossia:
gli ebrei askenaziti sono un popolo europeo che in Europa non ha un territorio dove sia maggioritario e possa creare uno suo Stato nazionale; Mentre la Palestina è popolata da arabi, quindi un non popolo, dei selvaggi per la mentalità colonialista europea che già aveva sottomesso tutta L'africa e gran parte dell'Asia. La Palestina, al pari in quegli anni dell'Algeria o dell'India, era una terra senza popolo ( degno di essere considerato tale) e quindi giusto bottino per dei colonizzatori europei. In quel tempo la Palestina era sotto il dominio ottomano e quindi prometterla ai sionisti europei non costava niente alle potenze europee che non si sarebbero private di una loro colonia