Dr. Sanaa Chami
Durante la mia ultima partecipazione alla conferenza di Al-Rafidain a Baghdad, ho incontrato il mio illustre amico e pensatore, il dottor Abdul-Hussein Shaaban, e, nell'incontro con altri amici intellettuali, abbiamo parlato anche di Siria e delle donne siriane…
Il Dr. Shaaban ha iniziato la conversazione ricordando il suo incontro con Dottoressa Nagjah Al-Attar, che ha ricoperto la carica di ministro della Cultura per circa un quarto di secolo ed è stata la prima donna araba ad occupare la carica di Vicepresidente della Repubblica; ciò che ha sempre caratterizzato la sua figura sia a livello personale che nei rapporti istituzionali in tutta la sua vita sono gli aggettivi "intellettuale" e "colta". Da vera intellettuale, il senso critico è sempre stato alla fonte del suo pensiero, in quanto contiene l’essenza della creatività e dell’autonomia di giudizio.
Il dott. Shaaban ha continuato il suo discorso, rivolgendosi a tutti i partecipanti dicendo: "Quanto è meravigliosa questa autentica donna siriana. La cultura per lei è anche un campo di resistenza, ed è una difesa dell'identità culturale della nazione araba”. E tutto questo non nasce dal nulla, in quanto la dottoressa Al-Attar è figlia di giudice che è stato anche un poeta illuminato, il quale si era laureato in giurisprudenza ad Istanbul ed aveva mente aperta al mondo e alla scienza, soprattutto per quanto riguarda i diritti delle donne.
Non sorprende che Nagjah al-Attar abbia scelto, sin da giovanissima e tra le prime della sua generazione, di liberarsi di quegli usi e costumi antichi che erano ormai superati, mantenendo però salda la propria identità araba e guardando al progresso e alla modernità, coniugando insieme l'ideale politico, la moralità ed il pensiero illuminista, nonostante il periodo difficile che la Siria ha vissuto e la grave polarizzazione politica a cui ha assistito proprio ora.
Nagjah Al-Attar può essere considerata a ragione un simbolo importante e originale della cultura siriana contemporanea, non solo perché è stata alla guida del Ministero della Cultura dal 1976 al 2000.
La stragrande maggioranza degli intellettuali siriani, nonostante le reciproche differenze di orientamento politico e posizioni divergenti talvolta contrastanti sulla scena pubblica, quando rievocano la memoria culturale del Paese dagli anni ‘70 al 2000, la associano a Nagjah Al- Attar, in quanto ogni aspetto culturale ed artistico, dalla vita teatrale, alla cinematografica, alla pittura, alla poesia, alla musica sono stati da lei protetti e aiutati a svilupparsi
Al riguardo le molte riviste fiorite sotto la sua guida dal ministero, in particolare “Al-Maarifa”, sono state come “una sua impronta digitale” e un punto di aggregazione per intellettuali ed artisti e un potente mezzo di divulgazione e crescita della sensibilità culturale in tutto il Paese.
Ancora oggi, nonostante i gravi problemi politici, i disastri e le calamità che hanno colpito il Paese, il suo sorriso, l'eleganza, la bellezza e l'orgoglio non l'hanno abbandonata; anche in queste circostante Nagjah al-Attar ha sempre cercato di trovare uno spazio per la diversità, un orizzonte di pluralismo e accettazione della creatività, indipendentemente dal suo background.